Il Black Friday 2020 e le chiusure dei negozi dovute all’emergenza COVID hanno fatto riemergere l’eterno scontro tra venditori online ed offline: tra le PMI italiane ed i colossi dell’e-commerce.
Black Friday 2020 e PMI: stime e preoccupazioni
Secondo le ultime stime del Codacons durante il Black Friday 2020 si assisterà ad una modifica sensibile delle abitudini di acquisto degli italiani rispetto agli anni precedenti. Si stima che saranno 25 milioni quelli che approfitteranno degli sconti per fare almeno un acquisto, con un incremento del 47% rispetto allo scorso anno.
Le associazioni dei consumatori sostengono che, a causa delle restrizioni, solo gli e-commerce ne trarranno vantaggio. Questa ipotesi ha addirittura portato Confesercenti a presentare un esposto all’Antitrust per le disparità di condizioni.
L’obiettivo dell’associazione non è impedire le vendite via web, ma garantire un mercato realmente concorrenziale ed il pluralismo distributivo.
Black Friday e PMI: vedere l’e-commerce da un’altra prospettiva
Amazon Italia ha tenuto a precisare che la metà delle sue vendite annuali provengono proprio dalle PMI. Solo nel 2019 quasi 600 piccole imprese italiane hanno superato il milione di dollari di vendite. Proprio per questo, secondo il colosso dell’e-commerce, eventi come il Black Friday sono un’opportunità per le piccole e medie imprese.
Anche Netcomm fa notare che il commercio digitale e grandi eventi di vendita su internet sono una risorsa preziosa per le PMI, specialmente in questo periodo di crisi economica. Frenare l’e-commerce significherebbe, quindi, colpire ulteriormente i venditori italiani. Le circa 100 piattaforme di vendita online che ci sono attualmente in Italia facilitano la vendita dei piccoli operatori che le sfruttano. Per loro il prossimo Black Friday sarà una grande occasione di ripresa economica.
Conclusioni
Sempre secondo Netcomm l’e-commerce deve essere visto come parte integrante della filiera del valore. Se si effettuano interventi che penalizzano il canale online, si può pregiudicare l’evoluzione della digitalizzazione delle PMI e dei venditori italiani.
L’obiettivo non deve quindi essere quello di limitare le piattaforme online, ma piuttosto invitarle a mettere sempre più a disposizione dei negozianti servizi e formazione affinché possano trarne il maggior vantaggio.